Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, con circa 9 milioni di tazzine al giorno consumate solo in Italia.
Bere caffè ha comunque un impatto ambientale significativo, che parte dalla coltivazione dei chicchi fino alla preparazione vera e propria della bevanda.
I diversi metodi di preparazione del caffè hanno infatti un loro preciso impatto sull’ambiente, ed è proprio ciò che cercheremo di evidenziare di seguito.
Il ciclo di vita del caffè: un viaggio complesso
Prima di arrivare alla nostra tazzina, il caffè compie un lungo viaggio. La produzione dei chicchi, il trasporto, la tostatura, la macinazione, il riscaldamento dell’acqua e il lavaggio delle tazzine sono tutte fasi che impiegano risorse e contribuiscono alla produzione di gas serra.
Per valutare l’impatto ambientale legato al consumo di caffè, è necessario considerarne l’intero ciclo di vita, dalla produzione al fine vita dei rifiuti.
Confronto tra metodi di preparazione: sorprese inattese
Abbiamo confrontato quattro metodi di preparazione del caffè: filtro tradizionale, capsule, french press e solubile.
I risultati evidenziano come il caffè filtro tradizionale abbia l’impronta di carbonio più alta, a causa della maggiore quantità di caffè utilizzata.
Sorprendentemente, il caffè in capsule non è la soluzione più inquinante, in virtù della riduzione del consumo di caffè, energia e acqua.
Il caffè solubile si rivela invece l’opzione più sostenibile, grazie alla minore quantità di caffè utilizzata e al minor consumo energetico necessario.
L’importanza di evitare sprechi e consumi eccessivi
L’impronta sull’ambiente del consumo di caffè è tutt’altro che trascurabile, ed evitare sprechi (anche di acqua) è il modo più efficace per ridurre tale impatto.
Anche optare per preparazioni più piccole, come gli espressi, è una buona idea, così come utilizzare capsule riutilizzabili.
È importante essere consapevoli del fatto che il consumo eccessivo di questa bevanda, anche nel caso di metodi considerati meno inquinanti, può vanificare ogni sforzo di sostenibilità.
La produzione di caffè: un nodo cruciale
La produzione dei chicchi di caffè è la fase più impattante dell’intero ciclo di vita.
La lavorazione nelle piantagioni in campi esposti al sole necessita inevitabilmente di un uso intensivo di irrigazione, fertilizzanti ed eventualmente pesticidi, con conseguenze significative sull’ambiente.
È necessario per questo promuovere un modello di produzione più sostenibile, che riduca l’impatto ambientale e garantisca un futuro al settore del caffè.
Il ruolo dei consumatori e delle aziende
I consumatori possono fare la loro parte riducendo gli sprechi, scegliendo metodi di preparazione a basso impatto e informandosi sulle varie soluzioni di riciclo disponibili.
Tra i materiali sostenibili in ambito caffè possiamo menzionare quelli che seguono.
- Bicchieri di carta: preferire i bicchieri di carta, magari quella riciclata, consente di evitare di utilizzare i famosi bicchieri di plastica usa e getta, certamente più inquinanti.
- Palettine in legno: scegliere palettine da caffe in legno di betulla o altri materiali biodegradabili e compostabili al posto di quelle in plastica. Il legno di betulla è una risorsa rinnovabile, leggera e resistente, che non altera il sapore del caffè.
- Contenitori per il caffè sfuso: acquistare il caffè sfuso anziché quello confezionato in capsule o cialde. Portare con sé un contenitore riutilizzabile per ridurre l’imballaggio.
A prescindere dagli sforzi dei consumatori, il cambiamento non può concretizzarsi senza un vero impegno da parte dei governi e delle aziende.
È necessario per questo creare le condizioni tecniche ed economiche per una produzione di caffè più sostenibile, che rispetti l’ambiente ed anche i diritti dei lavoratori.